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Sono appena terminate in Marmolada le selezioni per il corso guide. Dopo cinque intensi giorni tra Marche e Dolomiti la pressione è svanita e rimane la voglia di approfittare per fare qualche vietta li in zona… il risultato? beh sarà quel che sarà! Intanto pensiamo a goderci il posto.

Mi accordo con Ste per fare qualche salita veloce per poi provare l’obiettivo grosso, la parete sud della Marmolada, via Don Quixote. Ci vediamo in zona Canazei ed organizziamo un paio di giornate lì, la Shubert al Piz Ciavazes e la Tissi alla Prima Torre del Sella. Queste due belle e veloci salite che condividiamo con Paola e Fabio mi servono per ritrovare un po’ di feeling con le vie dolomitiche, certo la Don Quixote non è la via più difficile del mondo, ma la parete dove corre è veramente una parete importante, meglio andarci senza troppi pensieri.

Appena scesi dalla prima torre del Sella, abbiamo appena il tempo per mangiare un boccone e poi via veloci a Malga Ciapela per l’avvicinamento al rifugio Falier, dove dormiremo. Al rifugio incontriamo tre amici, due dei quali hanno fatto le selezioni con me, anche loro saranno sulla nostra via l’indomani. Ci assicurano che hanno già individuato l’attacco e il sentiero per raggiungerlo, questo ci faciliterà parecchio le prime fasi che affronteremo al buio la mattina seguente. L’avvicinamento è effettivamente non banale, nella parte finale bisogna seguire un esile traccia che porta sotto la parete, ancora col buio ci prepariamo ad attaccare questa monumentale parete.

La via nella prima parte è facile, bisogna solo avere un po’ di fiuto per non sbagliare strada. La roccia è per molti tratti veramente ottima, ma non mancano poco raccomandabili tratti di roccia delicata sparsi qua e là. Ci ritroviamo verso la parte prima della cengia mediana troppo a destra e tocca trovare la strada per raggiungere il diedro camino che con tre tiri ci porterà in cengia. Raggiunto questo diedro, l’arrampicata cambia decisamente marcia ed è proprio da questo tiro che bisogna cominciare a sgomitare usando uno stile old-style fatto di incastri tra le lisce pareti, una bella sveglia! Riusciamo a passare e con altri due tiri siamo in cengia, che è già un risultato visto che esistono delle vie di fuga che permetterebbero di calarci alla base. Qui in base alle condizioni del cielo ci eravamo posti un brain-storming. I ragazzi hanno già attaccato la seconda parte, il cielo è prevalentemente sereno… andiamo!

La seconda parte della via è effettivamente più bella e impegnativa, i tiri logici, avendo anche i ragazzi davanti riusciamo a procedere velocemente. E in breve arriviamo alla sosta sotto il tiro chiave. Tocca a Ste questo tiro gradato VI+/A0, che è veramente riduttiva come valutazione. Rimangono altri pochi tiri e il freddo dei 3000 e passa metri comincia a farsi sentire come la stanchezza. Stringiamo i denti e alle 17 in punto siamo in cima. Due veloci calate ci depositano sul ghiacciaio che per fortuna è ancora coperto da neve. Il che ci facilita la discesa, i ramponi a questo giro rimangono nello zaino, semplice bagaglio di questa magnifica giornata. Riscendiamo al passo Fedaia dove abbiamo lasciato una provvidenziale macchina. Con i ragazzi siamo d’accordo per mangiare un boccone insieme, sarà un’improbabile pizza dal nepalese a Sottoguda, la prima di tante…

Relazione da noi usata per la Via DON QUIXOTE

andrea freschi guida alpina
andrea freschi guida alpina

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